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Giuseppe Maraniello ai Musei Reali: il Mito e la Materia nel Cuore di Torino

La stagione espositiva torinese del 2025 si arricchisce di un appuntamento imperdibile: dal 30 maggio al 16 settembre, i Musei Reali ospitano la grande mostra Asa Nisi Masa, dedicata a Giuseppe Maraniello, uno dei protagonisti indiscussi dell’arte italiana degli ultimi cinquant’anni. L’evento offre l’occasione di approfondire la complessa poetica di un maestro capace di dialogare con il mito attraverso la materia, in una mostra curata da Francesco Tedeschi che si preannuncia come uno degli eventi di punta dell’anno.

La Poetica di Maraniello: tra Memoria e Immaginario

Nato a Napoli nel 1945 e trasferitosi a Milano nel 1971, Maraniello ha sviluppato un linguaggio unico, fondato su una perenne sintesi tra memoria, materia e immaginario. La sua pratica artistica si muove fluidamente tra pittura e scultura, combinando materiali nobili come il bronzo e il ferro con elementi di recupero, che vengono integrati nelle composizioni con una coerenza sorprendente. Il titolo stesso della mostra,

Asa Nisi Masa, è un omaggio esplicito a Federico Fellini e alla celebre formula magica di Otto e mezzo: un mantra enigmatico che per l’artista evoca il mistero della creazione, quel processo ineffabile attraverso cui le forme scaturiscono dalla fantasia per farsi corpo e presenza nello spazio.

Un Bestiario Fantastico nei Giardini Reali

È proprio nello spazio aperto dei Giardini Reali che l’universo di Maraniello si dispiega con maggiore forza. Le quattordici opere scultoree e ambientali allestite all’esterno danno vita a un bestiario fantastico che sembra emergere da un inconscio collettivo. Incontriamo demoni alati che riecheggiano le visioni del Camposanto di Pisa, e centauri della mitologia greca bloccati in un duello che si fa allegoria della perenne lotta dell’uomo contro se stesso. Figure di funamboli e di ermafroditi sfidano le leggi dell’equilibrio e dell’identità, mentre oggetti simbolici come alambicchi e borracce creano un ponte diretto con l’immaginario visionario di Hieronymus Bosch. In questo contesto, spicca per la sua forza evocativa il

Nido: una scultura in bronzo e ferro che, come suggerisce l’artista, è metafora di un rifugio mentale, una “culla di sogni e possibilità”. La sua apparente fragilità è un inganno: i “rami” che la compongono sono realizzati con le colate di fusione, ovvero lo scarto del processo scultoreo, che l’artista nobilita a elemento costitutivo dell’opera. Questo gesto, che trasforma il rifiuto in risorsa, è una cifra stilistica e concettuale del suo lavoro, una riflessione sulla ciclicità della materia che oggi assume una valenza ecologica di straordinaria attualità.

L’Equilibrio dei Contrasti

La ricerca di Maraniello è una continua messa in scena della dinamica degli equilibri e degli scontri. Le sue sculture sono teatri in cui forze nascoste si manifestano, dove la memoria del mito dialoga con la concretezza dei materiali, e le forme oniriche si radicano nella realtà. Le sue opere, come quelle esposte a Torino, diventano portali verso l’immaginario, spazi dove l’ombra – intesa come inconscio, mistero, sogno – acquista una sua luminosa evidenza. La mostra ai Musei Reali, che prosegue all’interno della Galleria Sabauda con opere in marmo e mosaico, consacra Maraniello come un maestro capace di dare forma tangibile alle forze invisibili che abitano l’animo umano. Visitare l’esposizione di Torino significa compiere un viaggio completo all’interno di una delle ricerche più profonde e coerenti dell’arte italiana contemporanea, una ricerca che continua a interrogarci sul nostro rapporto con il mito, la materia e il mistero della fantasia.

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