Giuseppe Maraniello
“L’arte scuote dall’anima la polvere accumulata nella vita di tutti i giorni.”
[Pablo Picasso]
Dopo gli studi artistici, inizia a insegnare presso il Liceo Artistico di Benevento nel 1969, anno in cui entra in contatto con la Galleria Morra di Napoli.
Nel 1971 si trasferisce a Milano. Incontra Luciano Inga Pin e ne frequenta la galleria, dove esporrà e incontrerà diversi artisti con i quali inizialmente condivide lʼinteresse e il privilegio nei riguardi dello strumento fotografico.Nella seconda metà degli anni ʼ70 abbandona la fotografia a favore della pittura e, in generale, dei linguaggi tradizionali dellʼarte, con un atteggiamento che lo porterà presto a realizzare opere in cui disegno, pittura e scultura sono utilizzati in modo dialettico e paiono trovare sintesi formale.
Dopo le personali presso alcune gallerie private, è tra i protagonisti di diverse mostre collettive in spazi pubblici, tra le quali “Lʼestetico e il Selvaggio” Galleria Civica dʼArte Moderna, Modena, 1979 a cura di Giorgio Cortenova, “Italiana Nuova Immagine” Loggetta Lombardesca, Ravenna, 1980 a cura di Achille Bonito Oliva e, quasi in contemporanea, “Dieci anni dopo i nuovi nuovi” Galleria dʼArte Moderna, Bologna, 1980 a cura di Francesca Alinovi, Renato Barilli e Roberto Daolio.
Questʼultima esposizione segna lʼinizio della corrente dei “nuovi nuovi” e di una serie di relative mostre che si terranno durante gli anni ʼ80.
Nel 1982 partecipa a “Arte Italiana 1960-1982” Hayward Gallery, Londra, 1982, a cura di Guido Ballo, Renato Barilli e Flavio Caroli. Gillo Dorfles lo invita a presentare un grande progetto pubblico in occasione della mostra-evento “Intorno al flauto magico” Teatro della Scala, Palazzo della Permanente, Milano, 1985, a cura di E. Napolitano e G. Dorfles.
Oltre ad esporre in diverse gallerie italiane e straniere, nel 1989 diviene titolare di una cattedra di Pittura allʼAccademia di Belle Arti. Dopo Lecce e Bologna, nel 1991 viene trasferito allʼAccademia di Brera di Milano, dove insegna fino al 2003.
Nel 1990 partecipa con una sala personale alla XLIV Biennale dʼArte di Venezia con una presentazione in catalogo di Lea Vergine. Nel medesimo anno espone al Palazzo della Virreina di Barcellona, al Palazzo di Cristallo di Madrid e al Matidenhohe Darmstadt in occasione di “Lʼaltra scultura” a cura di Renato Barilli. È tra i protagonisti della mostra itinerante “Cadenze, figure dellʼarte italiana degli anni ʼ90 a cura di Pier Giovanni Castagnoli che nel 1992 viene ospitata da istituzioni sudamericane come il Sofia Imber di Caracas e il Museo dʼarte Moderna di Bogotà.
Nel 1993 la Galleria Civica di Trento e la Galleria dʼArte Moderna di Bologna – Villa delle Rose gli dedicano unʼampia antologica a cura di Pier Giovanni Castagnoli e Danilo Eccher. I giardini del Centro S. Chiara di Trento saranno la sede permanente di una sua grande scultura. Lʼanno successivo partecipa alla mostra “Lʼincanto e la trascendenza” Castel Ivano, Ivano Fracena, Trento, a cura di Danilo Eccher, mentre nel 1995 una sua grande installazione affiora sullʼacqua di Venezia in occasione di “Artelaguna” a cura di Simonetta Gorreri e col patrocinio della Biennale di Venezia.
Nel 1997 partecipa alla mostra “Arte Italiana – Materiali Anomali” a cura di Danilo Eccher e Dede Auregli alla Galleria dʼArte Moderna di Bologna, che già dal 1996 ospita permanentemente una sua scultura nei propri giardini. Lea Vergine, lo invita in occasione della mostra “Trash. Quando i rifiuti diventano Arte”,1998 Palazzo delle Albere, Trento, e Archivio del Novecento, Rovereto.
I tre piani della galleria Giò Marconi è occasione di una sua grande mostra a Milano nel 1998, anno in cui espone con Luigi Mainolfi anche al Centro Arti Visive “Pescheria” di Pesaro.
Tra il 1996 e il 2000 realizza numerose opere permanenti in spazi pubblici, tra i quali: un monumento ai marinai per il porto di Molfetta, una scultura per la casa circondariale Le Vallette di Torino e una per la Motorizzazione Civile di Roma.
Nel 2000 espone in contemporanea alla galleria Fumagalli di Bergamo e alla galleria Giò Marconi a Milano. “Boomerang”.
Nel 2001 realizza unʼopera a quattro mani con Arnaldo Pomodoro per la Cattedrale St. John Evangelist di Milwaukee, WI, USA.
Ampie antologiche gli vengono dedicate nel 2001 alla Fortezza Firmafede, Sarzana, a cura della galleria Cardelli & Fontana e nel 2002 alla Rocca Sforzesca di Imola, a cura di Marisa Zattini.
Nel 2004 espone a Roma nella Casa Musumeci Greco