Cosa succede quando un oggetto quotidiano si ribella alla sua funzione? Quando una panchina, stanca di essere solo una seduta, decide di tornare alla sua natura originaria di legno, di albero, di ramo? Questa è la domanda poetica da cui nasce la celebre serie Spaghetti Benches dell’artista e designer franco-argentino Pablo Reinoso, un corpus di lavori iniziato nel 2006 che ha ridefinito il nostro modo di guardare l’arredo urbano. Le sue sculture sono una porta d’accesso alla vita segreta degli oggetti, un’esplorazione ludica e profonda della tensione tra forma e libertà.
Il Concept: Dalla Funzione alla Libertà
Reinoso parte da un archetipo universale: la classica panchina da parco pubblico, un oggetto dal design anonimo, “out-of-time, old-fashioned”, che attraversa le culture senza subire grandi variazioni. Nelle sue mani, però, questo simbolo di ordine e funzionalità subisce una metamorfosi radicale. Le doghe di legno o i tubolari d’acciaio, a un certo punto, smettono di obbedire alla geometria della seduta e iniziano a proliferare, a crescere, a contorcersi nello spazio come i tralci di una vite impazzita o un piatto di spaghetti strabordante. Come afferma l’artista, è come se la panchina, dopo aver assolto al suo compito, “ritornasse ad essere ramo”, recuperando la sua condizione vegetale e la sua libertà. L’opera diventa così un “tributo all’intelligenza vegetale” , una metafora della vita che preme per esprimersi oltre i vincoli imposti dalla cultura e dalla funzione.
Un Dialogo con lo Spazio e l’Architettura
Le Spaghetti Benches non sono sculture da collocare su un piedistallo; sono opere profondamente relazionali, che vivono in un dialogo costante con l’ambiente circostante. Che siano installate in un parco, in una piazza o all’interno di una galleria, esse “sposano l’architettura” , si insinuano nelle crepe, si arrampicano sui muri, esplorano gli anfratti con una vitalità organica che ridisegna la percezione dello spazio. Questo approccio le rende intrinsecamente interattive: il fruitore è invitato a seguirne il flusso, a scoprire dove finisce la parte funzionale e dove inizia quella puramente scultorea, a interrogarsi su dove sia possibile sedersi e dove invece l’opera rivendichi la sua totale autonomia estetica. Il loro successo internazionale, con installazioni in tutta Europa, Americhe e Asia, testimonia la forza universale di questo concetto.
Reinvenzione dell’Oggetto: Reinoso vs. Vigone
Il lavoro di Reinoso offre un interessante metro di paragone per comprendere la specificità del progetto di Vigone. Entrambi mettono in discussione la natura della panchina come oggetto puramente funzionale, ma lo fanno seguendo percorsi opposti. Reinoso prende la forma-panchina esistente e ne “libera” la materia, facendola debordare e proliferare oltre i suoi confini originali. La sua è una storia di fuga dalla funzione, una metamorfosi per esplosione. Gli artisti di Vigone, invece, non partono dall’oggetto per decostruirlo, ma usano l’idea di “panchina” come un vincolo progettuale, un archetipo da cui partire per creare una forma scultorea completamente nuova e autonoma. L’opera non nasce da una panchina esistente, ma è essa stessa una scultura che è anche una panchina. Un esempio lampante è Panka di Fabio Viale, dove un frammento di una scultura classica come il Laocoonte, scolpito in marmo, diventa una seduta.

Se Reinoso racconta la liberazione della materia dalla forma, Viale racconta l’imposizione di una funzione a una forma artistica. Si tratta di due strategie complementari per raggiungere un obiettivo comune: elevare un oggetto quotidiano a status di arte, invitandoci a riconsiderare il potenziale poetico nascosto nel nostro ambiente. Le Spaghetti Benches, con la loro critica sottile alla standardizzazione del design industriale, ci ricordano che anche l’oggetto più umile possiede un’anima selvaggia, pronta a germogliare non appena le viene concessa un po’ di libertà.
Link di riferimento:
- Sito ufficiale di Pablo Reinoso: https://www.pabloreinoso.com/
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